Leggiamo insieme Mc 1,16-20
Tutti siamo pescatori. Importante é sapere
come si pesca: Moltissimi vanno a pesca di
danaro. Tutti i giorni, tutti i momenti non
pensano che a questo, non vivono che per
questo. Non si preoccupano d'altro che di
cogliere ogni buona occasione per pescare.
E tutta la vita la consumano così, impegnati
di giorno e di notte in questo lavoro da
schiavi, sempre agitati dalle vicende del
mercato, sbattuti dai flutti della concorrenza,
minacciati dai cambi imprevedibili delle
borse, finche un'ultima tempesta non fracassi
loro la nave ingoiando tutto in un istante.
E c'è chi pesca nel torbido per arrivare
a un posto, a una poltrona, a un nome, con
ogni mezzo, e quando finalmente è arrivato
a sistemarsi, magari in prima fila, si sente
dietro la voce del "custode" che
gli grida all'improvviso: Si esce, lo spettacolo
è finito.
C'è chi pesca nel torbido, e muore
invece
di noia e di tristezza. C'è anche chi
pesca
donne e bambini per farsene dei servi
o per
portarli alla prostituzione o a mendicare.
Ma c'è ancora chi pesca gli uomini
nella
terraferma per trasferirli nella vita
eterna.
Tu cosa peschi?
Lascia le tue reti, scendi dalla tua
barca
che fa acqua da tutte le parti, e vieni
a
pescare anime.
Non vi è una missione più nobile, non
vi
è carriera più alta, non vi è lavoro
più
necessario: per questo il Signore ti
ha chiamato
in cellula!
E' giusto e doveroso procurare del
pane a
chi ha fame, dare un letto a chi non
ne ha,
dare lavoro a chi lo cerca, alleviare
il
dolore di chi soffre, curare gli ammalati,
insegnare agli ignoranti, proteggere
i deboli
e gli umili. ..perché tutto questo
è indispensabile
alla vita.
Ma è ancor più grande e più necessario
dare
un significato e un valore alla stessa
vita
degli uomini. Molti non sanno perché
son
nati né perché vivono. E così perdono
ogni
valore anche la casa, la famiglia,
il pane,
il lavoro, la salute, la società, la
cultura,
le leggi e la giustizia.
Se la vita umana non ha un perché, tutto
è svalutato. E gli uomini vanno alla deriva.
Questa palude umana è diventata una immensa
selva di braccia che invocano una salvezza.
Questo ti chiedono gli uomini, tutti gli
uomini; forse inconsapevolmente, forse tacitamente,
ma insistentemente, ansiosamente, con tutto
lo spasimo di una sete insopprimibile e inesauribile.
E tu non puoi stare a guardare dalla finestra
mentre la gente si ammazza per le strade,
mentre qualcuno scompare nella botola dell'errore,
mentre il tuo prossimo viene adescato con
tutte le seduzioni, mentre il tuo fratello
viene spinto alla strage, mentre la gioventù
viene drogata con l'oppio della corruzione,
mentre l'infanzia viene contaminata con la
lebbra dello scandalo e del vizio.
Non puoi stare a guardare dalla finestra
mentre la casa brucia; non puoi startene
davanti alla TV per la solita telenovela
o a leggere 1 'ultimo romanzo alla
moda mentre
delle povere creature sono in preda
alle
fiamme; non puoi startene a godere
il tuo
focolare quando qualcuno batte i denti
dal
freddo alla tua porta; non puoi continuare
pensare eternamente cosa puoi fare
per gli
altri a livello personale o con la
Caritas
quando fuori oggi chiedono soccorso.
Getta via dunque queste tue reti vecchie
e logore, che sono i pensieri e le
preoccupazioni
che riguardano soltanto te stesso.
Lanciati
nel mare, in questo grande mare dell'umanità.
In un mare di rancori, di solitudini,
di
mancanza di speranza mettiti in ascolto
di
chi ti chiama. Con la rete della fede,
con
l'esca della speranza, con l'amo della
carità
pescherai gli uomini per la vita eterna.
PER LA RlFLESSIONE:
3) La cellula esiste per evangelizzare
(come
la Chiesa!). Cosa ti spinge a impegnarti
nell'evangelizzazione e cosa ti blocca?
4) Condividi con ifratelli della cellula
un'esperienza in cui hai provato la
gioia
dell'annuncio.
MEDITA:
LUN Rom 15,14-21; MAR At 15,7-21 MER
At 11,1-18;
GIO At 11,19-26; VEN At 13.1-11: SAB
At 13,44-52
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